Libertà e semiconduttori; imbranati suprematisti bianchi
Non abbiamo combattuto per l’Ucraina. Moriremmo per Taiwan?
L’impatto non è certo paragonabile a quello che avrebbe una eventuale esclusione della Russia da SWIFT. L’embargo completo sulla vendita di semiconduttori, annunciato ieri da Biden, è da osservare però con attenzione. L’energia, sì, certo, ma anche non aver accesso a materiali e know how per i propri gingilli high-tech può far non poco male.
Nelle parole del vecchio Joe, ciò può “compromettere la capacità della Russia di competere nell'economia del 21° secolo". Non avere più i chip di ultima generazione per le auto, i telefonini, i missili, gli aerei, significa rimanere indietro, avere prodotti che non sono più allo stesso livello degli altri.
Un’ottima notizia, per il fronte pro-Ucraina. Se questo fosse vero. Ma è vero solo fino a un certo punto. Infatti, come fa notare Fortune, la Russia acquista il 70% dei chip dalla Cina. Va detto però che i semiconduttori cinesi non sono avanzati come quelli che possono beneficiare del design e del know-how americano. E dove vengono prodotti, fisicamente, questi ultimi?
Qui si apre un altro filone, che fa sospettare che, sì, è vero, magari gli americani non sono disposti a morire per Kiev: potrebbero però essere disposti a combattere per Taiwan. Perché, al di là delle ragioni ideali e del fatto di difendere una democrazia (anche l’Ucraina lo è), c’è il fatto che è a Taiwan che si producono i chip più avanzati, che poi vengono spediti in Europa e America. Li fabbrica la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), con tecnologie che nessun altro ha a disposizione.
Se TSMC cadesse in mani cinesi, per l’Occidente sarebbe un bel grattacapo. (via Fortune)
Nazisti che perdono il telefono
Se state pensando di attaccare alcune centrali elettriche e stazioni di distribuzione della corrente, e far precipitare gli Stati Uniti nel caos, forse conviene che non dimentichiate in giro il telefono. Potrebbe darsi che chi lo trovi, si accorga di tutta la paccottiglia neo-nazista che vi portate in giro, chiami la polizia e che poco dopo vi ritroviate, come si potrebbe dire in maniera elegante…nelle deiezioni.
L’avevano pensata bene, tre suprematisti provienienti da Indiana, Ohio e Wisconsin: un attacco coordinato e simultaneo in varie parti del paese. Tutti senza energia, il caos, magari una bella guerra civile ed ecco il loro leader che interveniva a ristabilire l’ordine. L’FBI non era molto d’accordo. Ma se questa storia è andata a finire bene e fa anche un po’ sorridere, vista l’inadeguatezza dei protagonisti, il pericolo che mette in luce di un assalto alle infrastrutture energetiche, è reale. Magari con un attacco cibernetico. Fatto da gente che abita a migliaia di chilometri di distanza, e che non ha l’abitudine di scordarsi il telefono. (via Ars Technica)